Tesori di Seta a Prato | Artist Date

Un weekend fiorentino con un’anima sorella ci ha condotte al Museo del Tessuto di Prato, città un tempo cuore pulsante della produzione tessile per il mondo della moda. La mostra che ci ha attirate lì era una sorta di rêverie tessile: Tesori di Seta. Capolavori dalla collezione Falletti.

L’avventura per arrivarci, passando per Firenze e ritorno, faceva parte del gioco. All’interno dell’antica fabbrica tessile, vetrine sospese nel tempo custodivano abiti in seta perfettamente conservati. Le stoffe—sfarzosissime vesti che un tempo avvolgevano corpi aristocratici—rivelavano un affascinante rituale di riuso. Dopo la loro vita mondana, questi tessuti preziosi venivano spesso donati a istituzioni religiose e trasformati in paramenti sacri: pianete, dalmatiche, piviali. Microscopi digitali aprivano mondi nascosti dentro velluti, damaschi e broccati. Riproduzioni grafiche illustravano l’evoluzione dei motivi decorativi, mentre dipinti esposti accanto ai tessuti creavano un dialogo visivo attraverso i secoli.

Il mio amore per i tessuti—la seta, in particolare—non è certo un segreto (basta guardare la mia collezione di foulard d’artista). Questa mostra è stata più di un banchetto per gli occhi: un viaggio sensoriale attraverso la creatività umana e l’evoluzione tecnica. L’esperienza è proseguita al piano superiore, dove la storia di Prato e la sua trasformazione nel tempo venivano raccontate con oggetti, installazioni e supporti multimediali.

La bellezza non si è conclusa con la mostra. Il bookshop del museo era un vero scrigno capace di ipnotizzarmi per ore. Mi sono limitata a cinque libri—un atto di straordinario autocontrollo—con la promessa silenziosa di tornare a prenderne altri.

Quando ho lasciato il museo, portavo con me non solo nuovi libri, ma una rinnovata gratitudine per le narrazioni delicate e potenti intrecciate in ogni filo.
La seta, dopotutto, non è solo un tessuto: è una tradizione artistica viva, che include anche il mio contributo creativo.