L’Attualità
Un’artista alla ricerca spirituale di ciò che ama
by Laura Cardia
L’Attualità. July/August 2018. Page 9.
English translation:
An artist on a spiritual inquiry of what she loves
We met with Claudia Palmira, the New York artist who lives and works in Rome. Her shows are split on the two sides of the Atlantic. Of the most recent galleries that have shown her work in Rome, we especially noted: Margutta Home, Saint Stephen’s Gallery, Gallery Exedra and Rome Open Studio; in New York City, the Union League Gallery. For the artist, we must also mention one of the most emotionally significant places she has recently shown: the TriMission Gallery of the American Embassy of Rome. Beyond that, a recent exhibition June 18-23 at Margutta Home benefited Onlus Anidan for Kenya through an opening event organized by The Rotary Club International of Rome. The artist created mixed media paintings using acrylic and a series of digital collages that capture your gaze and lead it beyond.
When did you start painting?
Honestly, I’ve always painted. For work, I started as a graphic designer – my creativity was expressed at this digital level. Fifteen years ago, I worked for a large ad agency in New York that had huge graphic art department. There, I began to create more abstract digital imagery; it’s where I first discovered this medium that pulled me in – and beyond my work assignments, I started to make collages.
What inspires your works
I keep studying and going to art exhibits – my gaze remains open and ready to absorb and receive the visual world around me. Inspiration comes from that which is not visible but felt, in the surroundings, in people, in the City.
From emotion that arises?
Yes, from emotion. But also a sense of something beyond, a connection, an exploration of the essence, a searching to embrace a spiritual aspect. I created a series of circular paintings called Halos; each one represents a person or a city. Each one attempts to capture the nature or essence – New York, Maui, Rome.
When did you come to Rome?
I came in 2006. I made the move to immerse myself in the beauty of this city – I wanted to live in its ambience. I wanted to understand it deeply, I wanted to truly see the City, embrace it. I had decided to stay for one year, but I remained for love.
And now, do you divide your time between Rome and New York?
I live in Rome, and return to New York for about two months each year.
What would you like your paintings to communicate to the viewer?
I would like if they could transmit a sense of possibility, a feeling of joy that could transport the viewer in an alternative world, almost another dimension.
Original Italian text:
Abbiamo incontrato Claudia Palmira artista newyorkese di nascita che vive e lavora attualmente a Roma. Le sue mostre si dividono tra le due sponde dell’Atlantico. Tra le gallerie più recenti dove ha esposto ricordiamo, per quelle che riguardano Roma: Margutta Home, Saint Stephen’s Gallery, Galleria Exedra e Rome Open Studio; ed inoltre la Union League Gallery di New York City. Tra i luoghi dove ha esposto che l’hanno emozionata per il significato che avevano per lei menzioniamo anche la Trimission Gallery presso l’Ambasciata Americana di Roma. È stata organizzata inoltre un’esposizione dal 18 al 23 giugno per raccogliere fondi per l’associazione Onlus Anidan per il Kenia, con una cena di beneficienza presso il Rotary Club International di Roma il lunedì 18 Giugno. Questa artista crea dipinti a tecnica mista in acrilico e collage digitali che catturano lo sguardo per cercare di condurlo oltre.
Quando hai iniziato a dipingere?
Da sempre onestamente. Come lavoro sono stata una grafica, la mia creatività la esprimevo a livello digitale. Quindici anni fa ho lavorato con una agenzia pubblicitaria a New York che aveva un ampio dipartimento dedicato alla grafica nel quale ho iniziato a fare rappresentazioni digitali più astratte e da lì ho scoperto questa strada che mi coinvolgeva e al di là del lavoro ho iniziato a creare i collage.
Da cosa trai ispirazione per le tue opere?
Continuo a studiare, ad andare alle mostre, il mio sguardo rimane aperto e pronto a cogliere, a recepire ciò che mi circonda. L’ispirazione mi viene dal lato non visibile delle cose, delle persone, delle città.
Da un’emozione che ti suscitano?
Sì, da un’emozione, ma anche dal senso dell’altro, da un collegamento, un’esplorazione dell’essenza cercando di coglierne il lato spirituale. Ho fatto una serie di quadri “halos” (aura) di forma tonda; ciascuno di essi rappresenta una persona o una città. Ognuno cerca di cogliere la natura, l’essenza di New York, Maui, Roma.
Quando sei venuta a Roma?
Sono venuta nel 2006. L’ho fatto per immergermi nella bellezza di questa città, volevo vivere la sua atmosfera. Avevo deciso di restare per un anno. Volevo capire di più, volevo vedere veramente questa città, abbracciarla. E poi per amore sono rimasta .
Adesso ti dividi tra Roma e New York ?
No, vivo qui, poi due mesi l’anno ritorno a New York .
Cosa vorresti che trasmettessero i tuoi quadri al pubblico?
Mi piacerebbe che riuscissero a trasferire una sensazione di apertura, un sentimento di gioia; che riuscissero a trasportare lo spettatore in un mondo a parte, un’altra dimensione.